Articolo aggiornato il 22/06/2022
Vediamo come funziona la Dieta funzionale.
Essa si basa sul principio per cui ognuno risponde in modo diverso ad uno stesso regime alimentare, ogni individuo ha infatti una propria predisposizione che lo rende più o meno sensibile ai diversi nutrienti.
Ed è proprio per questo che le Diete non dovrebbero essere incentrate solo sulle calorie, ma sulle singole molecole che i cibi e le bevande forniscono al corpo.
Come funziona la Dieta funzionale
Il primo passo, per intraprendere questa dieta è effettuare un test del DNA, così da capire qual’è il carburante più adatto ad ognuno, per favorire una perdita di peso e il dimagrimento.
Attraverso questo test le persone vengono distinte in tre categorie:
- Coloro che non hanno particolari variazioni genetiche e rispondono positivamente a qualsiasi impostazione dietetica, il problema potrebbe essere di tipo metabolico o ormonale.
- Alla seconda categoria appartengono coloro che hanno variazioni, nel DNA, del gene FTO, ovvero coloro che perdono più facilmente peso con una dieta iperproteica.
- Il terzo gruppo è invece composto da quei soggetti che meglio rispondono ad una dieta CHO, ovvero basata sul calcolo dell’indice glicemico degli alimenti. Ovvero un’alimentazione ricca di carboidrati e fibre, ma a basso indice glicemico.
La Dieta funzionale è quindi un regime dietetico che dà importanza al cibo e alle singole molecole che fanno funzionare meglio l’organismo del soggetto in questione.
È quindi una dieta dalle forti basi scientifiche e studiata in base alle caratteristiche personali.
È il DNA a dettare le linee guida dell’alimentazione da seguire e il rapporto tra i micronutrienti: carboidrati, proteine e grassi.
La situazione più diffusa è quella del secondo gruppo, ovvero in cui il gene alterato è il FTO, in questo caso la dieta da scegliere è di tipo chetogenico, iperproteica e povera di carboidrati.
Diversi tipi di funzionale
La Dieta funzionale iperproteica si suddivide in tre momenti-pasto ed ha l’obiettivo di attivare il processo di chetosi.
Il consiglio è quello di non seguirla per più di due settimane di fila, si può però intervallarla alla Dieta funzionale ipocalorica classica.
In questo primo tipo, i carboidrati rappresentano circa il 30% delle calorie assunte, così come le proteine, mentre i grassi il restante 40%.
La Dieta funzionale ipocalorica classica, invece, prevede sei momenti-pasto, compreso uno spuntino dopo cena.
Pranzo e cena, così come spuntino e merenda, possono anche essere invertiti tra loro.
Per quanto riguarda i nutrienti, in questa versione, le proteine rappresentano circa il 18% dell’introito calorico, i carboidrati il 56% e i lipidi il 26%.
Esempio di giornata tipo della Dieta funzionale
Vediamo un esempio di giornata tipo, ricordando però che questa dieta va assolutamente personalizzata da un professionista.
Colazione: 70 g di pane e olio extravergine di oliva + 1 caffè
Spuntino: 10 g di mandorle
Pranzo: 2 uova+ 2 carciofi + 1 kiwi
Merenda: 30 g di cioccolato extra fondente
Cena: 80 g di pasta con 250 g di cime di rapa + 1 finocchio + 7/8 olive.
L’olio a colazione favorisce la digestione, il drenaggio della bile e la riduzione del colesterolo cattivo.
Per pranzo è bene associare un secondo piatto con frutta e verdura. I vegetali tamponano lo stato di acidosi indotto dall’assunzione di cibi proteici e favoriscono la digestione.
La pasta si mangia a cena, essa fornisce carboidrati e, se associata in modo giusto, modula gli ormoni, compresa l’insulina.
Di sera essa non interferisce con il riposo, anzi ha un effetto sedativo, rilassante, digeribile e non provoca l’incremento di altri ormoni, tipo gli ormoni androgeni.
Idea ricetta
Vediamo una ricetta semplice e veloce per cucinare un piatto di pasta semplice, veloce e gustoso.
Ingredienti:
- 100 g di pasta
- 250 g di cime di rapa
- 20 g di olio
- peperoncino
- sale
Procedimento:
Portare a bollore l’acqua in un pentolino, aggiungere il sale e poi far cuocere la pasta per circa 9 minuti. Nel frattempo saltare le cime di rapa in olio ben caldo in padella.
Scolare la pasta e unirvi le cime ben sgocciolate, aggiungere il peperoncino, amalgamare bene il tutto e mangiare.
Alimenti concessi e altri consigli
Il primo passo è capire come funziona il cibo, poi va creata una lista di alimenti consigliati in base alle nostre personali caratteristiche genetiche e di quelli da evitare.
Il consiglio è sempre quello di prediligere alimenti biologici che contiene più vitamine e micronutrienti.
Usare olio extra vergine di oliva di qualità, preferire cibi integri, ossia materie prime non lavorate, da cucinare o da consumare a crudo.
È poi importante creare pasti bilanciati, tenendo sotto controllo il carico di carboidrati.
La cottura consigliata è quella rapida e a temperatura bassa.
In questo senso la cottura di piccoli pezzi di alimento con olio caldo in padella risulta essere un ottimo compromesso, al contrario del forno o della griglia che brucia.
La cottura in olio di oliva aiuta sia a preservare i nutrienti, che ad attivare i processi digestivi, risultando migliore della bollitura.
Benefici, risultati e controindicazioni
L’obiettivo principale di questa dieta è garantire all’organismo un migliore stato di salute ed una miglior forma fisica, mixando nelle giuste proporzioni e associazioni alimenti buoni.
La definizione ufficiale è: mixare, nelle giuste proporzioni e associazioni, buoni cibi e buone abitudini di vita, per garantire all’organismo tanto la salute, quanto la forma.
Quella funzionale non è una semplice dieta, ma una strategia nutrizionale, solitamente assegnata da un medico, fortemente personalizzata.
Prevede di spiegare ad ogni persona come usare gli alimenti in modo consapevole, riconoscendo anche quelli che innescano processi infiammatori e possono causare malattie o invecchiamento precoce.
La Dieta funzionale è consigliata a chi ha una particolare attenzione per la propria salute e vuole fare prevenzione .
Per chi decidere di intraprendere questo percorso, è importante sapere che non si tratta di una dieta lampo, ma di una strategia a lungo termine, è un vero e proprio stile di vita.
Tra i grandi benefici che porta, attraverso l’uso personale del cibo, vi sono il riequilibrio dell’assetto ormonale e un’azione antinfiammatoria, che aiuta a curare e guarire.
Questo stile di vita, se studiato nel modo corretto e personalizzato non presenta controindicazioni, proprio perché tra i suoi principi di base c’è l’equilibrio di ogni pasto.
La cosa fondamentale è ovviamente, come andrebbe fatto per tutte le diete, rivolgersi ad un professionista.