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Ipotiroidismo: cos’è e come si cura

Articolo aggiornato il 25/06/2022

L’ipotiroidismo è la condizione che si sviluppa in seguito al malfunzionamento della tiroide. In questa sede analizzeremo bene cos’è l’ipotiroidismo e come si cura, ma anche le condizioni che portano al suo sviluppo. Come in ogni patologia, conoscerne la causa permette di affrontare adeguatamente il problema, oltre a farci escludere qualunque complicanza possa derivarne.

Più nello specifico, si parla di ipotiroidismo quando la tiroide fatica a produrre ormoni T3 e T4, o quando questi ormoni faticano a penetrare nei tessuti. L’incidenza è molto elevata: si stima che il 20% della popolazione italiana ne soffra; ma che ne siano affette maggiormente le donne e le persone anziane. La malattia di ipotiroidismo è spesso associata ad altre condizioni particolari, come le malattie autoimmuni, il diabete mellito tipo 1, la Sindrome di Down, la Sindrome di Turner, artrite reumatoide, anemia perniciosa, ed altre…

Come si fa a capire se si soffre di ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo è legato alle variazioni ormonali: la tiroide è una delle ghiandole endocrine più prolifere del corpo, produce ormoni per la gran parte delle normali funzionalità. Quando non riesce a garantire la giusta produzione di ormoni, gli effetti visibili sono molteplici e differenziati per l’età.

L’ipotiroidismo si manifesta in quegli aspetti che degli ormoni risentono di più. La crescita, l’umore, la sessualità e il benessere in generale. Ma i sintomi dell’ipotiroidismo possono essere molto più specifici, e al contempo distinguibili per il periodo della crescita in cui si presentano.

Ipotiroidismo: cos’è e quali sono i sintomi

I neonati manifestano ipotiroidismo con un ritardo della crescita, sia sul piano fisico che cognitivo; sintomi che variano nell’età adolescenziale, concentrandosi sullo sviluppo sessuale e sull’umore che per un ragazzo dovrebbe essere sempre al top. Nell’età adulta invece, l’ipotiroidismo crea meno problemi gravi ma si manifesta con altrettanta chiarezza. I sintomi più comuni sono:

  • pelle secca
  • umore pessimo e scarsa memoria
  • diradamento dei capelli
  • gonfiore del viso
  • inappetenza
  • stanchezza e sonnolenza
  • battito cardiaco rallentato
  • stipsi
  • maggiore sensibilità al freddo
  • sindrome del tunnel carpale
  • infertilità e ciclo abbondante

Per la diagnosi di ipotiroidismo basterebbe una visita specialistica per uno, o anche solo un paio, dei segni sopra elencati. C’è da dire che alcuni potrebbero essere sintomo di altre patologie: è per questo che al consulto medico si accompagnano sempre le analisi del sangue volte a verificare il livello di TSH.

Il TSH è il sistema di ormoni tireostimolanti ipofisario, che favoriscono l’assorbimento dello iodio e degli ormoni T3 e T4 di cui abbiamo parlato prima. Ipotiroidismo è la condizione in cui il TSH è alto. Approfondiamo.

Quando il TSH si considera alto?

Generalmente, per un soggetto sano, valori normali di TSH sono tra 0,15 e 3,5 mU/L. L’aumento è il sintomo più chiaro di un funzionamento della tiroide più lento; se il soggetto però è già in cura, il valore alto indica che la terapia funziona male e va perfezionata.

Ad oggi, l’ipotiroidismo è una condizione che può essere controllata e gestita serenamente; ma bisogna imparare ad intervenire in modo efficace sulle cause che la provocano.

Cause dell’ipotiroidismo

Le cause dell’ipotiroidismo sono moltissime, per comodità si dividono i 4 categorie: primitive, secondarie, terziarie e iatrogene. Tale distinzione corrisponde ai tipi di ipotiroidismi sviluppabili, che sono primitivo, secondario, terziario e iatrogeno appunto.

L’ipotiroidismo primitivo è proprio della tiroide: si sviluppa a causa di malattie autoimmuni, come la sindrome di Hashimoto, per carenza di iodio, o per rimozione della tiroide stessa. L’ipotiroidismo secondario invece, è causato da un mal funzionamento dell’ipofisi, o del TSH (Sistema ormonale ipofisario).

Nell’ipotiroidismo terziario ad essere colpito è l’ipotalamo, e il relativo TRH (Sistema ormonale ipotalamico). L’ipotiroidismo iatrogeno, infine, è dovuto ad un trattamento medico sbagliato: spesso la causa è un eccesso di farmaci antitiroidei, che magari servivano a curare un ipertiroidismo.

Le cause più comuni sono quelle primitive, con lo sviluppo dell’ipotiroidismo di riferimento. Quando insorge alla nascita, e porta ad un ritardo dello sviluppo mentale per mancanza di ormoni tiroidei, si parla di ipotiroidismo congenito. Colpisce 1 neonato ogni 1000-2000, e può essere transitorio o permanente. Tutto dipende dalla tempestività della diagnosi, che nel caso dei gemelli diventa ancor più certa.

Assodato cos’è l’ipotiroidismo, come si cura?

Come si cura l’ipotiroidismo

La terapia per la cura dell’ipotiroidismo, mira al recupero degli ormoni mancanti, quindi è una terapia ormonale sostitutiva. Consiste nell’assumere e reintegrare giornalmente la Tiroxina, in forma sintetica e per via orale. Questo, nelle dosi giuste e senza eccedere, garantisce di tenere sotto controllo il disturbo.

Molta attenzione va riposta nelle quantità da assumere, che non devono essere ne troppe ne poche: nel primo caso il rischio è di sviluppare ipertiroidismo, nel secondo di non trarne nessun beneficio.

Un’altra nota importante è la regolarità della somministrazione. L’ipotiroidismo è una malattia che non giustifica alcuna dimenticanza, le dosi vanno prese regolarmente e senza saltarne una. La quantità di Tiroxina da assumere viene stabilita in base alle analisi periodiche dei livelli di TSH; il controllo è da effettuare ogni 2-3 mesi così da avere un quadro completo e costante dei progressi della terapia.

La dieta: un aspetto fondamentale della cura all’ipotiroidismo

A causa dell’eterogeneità delle cause, non esiste una dieta giusta per l’ipotiroidismo. Piuttosto, meglio parlare di dieta equilibrata. Abbiamo già visto il ruolo importantissimo dello iodio nell’alimentazione di chi soffre di ipotiroidismo, ma è bene saper equilibrare e non esagerare.

Cosa mangiare se si soffre di ipotiroidismo? Cosa non mangiare?

Partiamo da un presupposto: una mancanza di iodio non si compensa aggiungendolo al sale da cucina o sostituendolo con integratori dedicati. Se l’ipotiroidismo dipende da una mancanza di iodio, meglio reintegrarlo con il cibo.

Broccoli, cavolfiori, soia, rape, ravanelli, semi di lino…sono tutti alimenti molto ricchi di iodio; consumarli garantisce un buon apporto, ma non eccedere per stimolare al metabolismo l’effetto contrario. Alcuni integratori per stimolare la funzionalità della tiroide, possono essere efficaci, ma non superano l’efficienza della terapia ormonale sostitutiva.

Un altro fattore da considerare, nel considerare cos’è e come si cura l’ipotiroidismo, è l’influenza del selenio. Questo elemento sembra essere collegato alla malattia e sembra influenzarla se carente. Il miglior modo per reintegrare il selenio è da carne pesce e cereali che ne sono particolarmente ricchi. Esistono anche integratori in commercio, ma perchè utilizzare un prodotto sintetico quando si può seguire semplicemente un’alimentazione sana?

Un’ultima specifica: la dieta, come la terapia, vanno impostate con un medico; alcuni alimenti, come le fibre, interagiscono con i farmaci se vengono assunti in modo ravvicinato. Meglio stabilire con un medico il tipo di programma da seguire. Come già detto in questo articolo, su cos’è e come si cura l’ipotiroidismo, la costanza con cui si segue soprattutto la terapia, è fondamentale. Unito alla costanza nella dieta, farà tutta la differenza.



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