Articolo aggiornato il 25/06/2022
Il morbo di Chron è una malattia che causa un’infiammazione cronica all’apparato digerente e può colpire tutto il tratto, dalla bocca fino ad arrivare alla parte finale ovvero l’ano. Di solito, viene colpito con una maggiore percentuale l’Ileo e il colon, il primo fa parte dell’intestino tenue mentre il secondo fa parte dell’intestino crasso. La malattia è considerata autoimmune, in quanto il sistema immunitario attaccando la parte intestinale, provoca l’infiammazione e scaturire così dei forti dolori.
Non è considerato un disturbo contagioso, infatti, le cause principali che scatenano questo male purtroppo al momento non si sanno di preciso, però hanno riscontrato delle motivazioni per cui una persona può subirne. Le motivazioni sono il fumo della sigaretta, la predisposizione genetica, in quanto hanno trovato che un paziente che soffre di questa malattia ha un gene NOD2 modificato, alterazione della flora batterica e del sistema immunitario e dai fattori ambientali. La malattia di Chron non è considerata un male né genetico e né ereditario.
Come capire se si ha il morbo di Chron?
Il morbo di Chron, si manifesta, in genere, in un’ età compresa tra i 20 e i 30 anni, ma colpisce anche i bambini e i sintomi sono principalmente diarrea, febbre, sangue nelle feci, dolore acuto nella pancia e anche un’improvviso blocco della crescita in quanto la malattia non assorbe adeguatamente gli alimenti che vengono ingeriti. Per gli adulti i sintomi principali sono: diarrea cronica con continue scariche che durano per molte settimane insieme a dolori molto forti allo stomaco, febbre continua, poco appetito, spossatezza, stanchezza, dolori acuti nella parte addominale combinati con vomito e nausea.
Quando si ha questa malattia purtroppo si è soggetti da ulcere intestinali che a lungo andare se ignorate possono trasformarsi in stenosi, un restringimento inconsueto di un vaso sanguigno, oppure possono diventare delle fistole, una patologia molto grave in quanto due organi che devo essere separati si toccano, in quest’ultimo caso il modo migliore è un intervento chirurgico.
Un altro sintomo che hanno cominciato a riscontrare negli ultimi anni e che colpisce di media il 15/20% delle persone affetti del morbo di Chron sono i problemi e dolori alle articolazioni nello specifico si soffre di atralgia e artrite.
Come si cura e quali esami fare se si ha il morbo di Chron?
La cura per il morbo di Chron è soprattutto il cercare di eliminare l’infiammazione intestinale, di solito, si utilizzano dei medicinali che colpiscono al livello molecolare e cellulare l’apparato digerente e il sistema immunitario. La cura comprende la mesalazina, che ha la funzione di anti-infiammatorio sulla mucosa intestinale, gli steroidi attaccando il sistema immunitario indebolendolo, gli antibiotici intestinali mirati per riaffiorare la flora batterica, l’azatriopina che induce alla morte i globuli bianchi, il metrotrexane il quale agisce e devasta la maggior parte dei globuli bianchi e l’intervento chirurgico che serve solo in casi molto gravi e non è possibile da curare con i farmaci.
Una cosa molto importante è sempre di consultare il proprio medico di fiducia, il quale con la sua competenza riuscirà a guidare il paziente nella giusta direzione.
La diagnosi che verrà prescritta dal medico per accertarsi che sia proprio la malattia di Chron sono:
Ecografia delle anse intestinali, il quale serve per controllare le pareti del tratto intestinale ed è un metodo non invasivo.
La colonscopia che permette di controllare all’interno l’ileo insieme a una biopsia intestinale utile per vedere se sia un infiammazione cronica come metamorfosi del tessuto.
Esofagogastroduodenoscopia il quale controlla se la malattia è nella parte alta dell’apparato digerente.
La risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto che permette di vedere quanto sia estesa l’infiammazione ma è un procedimento non invasivo in quanto non si è esposti ai raggi.
L’entero-TC con mezzo di contrasto che ha la stessa funzione della risonanza ma si viene esposti ai raggi X.
Infine, esiste l’esplorazione chirurgica sotto anestesia che viene utilizzata solo in casi di pazienti che soffrono del morbo di Chron perianale.
Nel caso in cui la malattia fosse già diagnostica occorre effettuare degli esami periodici per tenere sotto controllo questo male, che sono degli esami del sangue compreso quello delle feci e un ecografia addominale se si hanno dolori o diarrea per più di 3 settimane, colonscopia una volta all’anno e nei pazienti che utilizzano farmaci immunodepressive è consigliato il vaccino antinfluenzale, dell’epatite B ogni 5 anni anche quello anti-pneumococco. Nelle donne, soprattutto si consiglia di effettuare il vaccino per l’HPV.
Cosa si può mangiare?
Non è possibile evitare di scatenare il morbo di Chron ma è possibile tenere sotto controllo cercando di non peggiore l’infiammazione con un’adeguata alimentazione. Molto importante è segnarsi i vari cibi che vengono assimilati durante i pasti, così che se si accorge di quale alimento può fare male e assolutamente da eliminare.
Quando si ha la malattia di Chron bisogna ridurre i lattici in quanto producono un enorme gonfiore all’interno del nostro corpo per questo è meglio o ridurlo oppure nel caso peggiori eliminandoli del tutto. Non solo i lattici ma anche i cibi con grandi contenuti di grassi. quindi si consiglia di rimuovere dalla nostra dieta, il burro, cibi fritti e le varie creme.
Anche gli alimenti ricchi di fibre si consiglia di limitare, infatti, possono far accrescere i sintomi. La frutta e la verdura possono essere mangiati ma con una cottura al vapore per evitare un irritazione dell’intestino, la principale verdura che può far male sono i broccoli, i cavoli e i cavolfiori, mentre come fibre è meglio ridurre il mais e le noci.
Da eliminare assolutamente son l’alcol, la caffeina e cibi piccanti in quanto hanno dei principi fanno si che aumentano in maniera esponenziale l’irritazione e l’infiammazione. Quindi per riassumere è possibile mangiare quado si ha il morbo di Chron: pollame, fibre solubili come pera, carota, tuberi, mela e pesce.
Insieme a questi alimenti dovranno essere aggiunti degli integratori come la vitamina A, B 12, C, E, D e K che verranno prescritte solo se necessario dal medico. Un altro fattore importante è di aumentare i pasti, infatti molte persone preferiscono fare 5 o 6 pasti mangiando poco piuttosto che farne 2 o 3. L’importante è che durante il giorno si deve aumentare l’assimilazione dei liquidi quindi di integrare una grande quantità di acqua nella quotidianità.
Photo credits : Pixabay